“Ogni tanto mi piace pensare che sono una vecchia signora e che sto raccontando, nella sala d’aspetto del paradiso, o dell’inferno…la mia vita a un angelo”
Voce narrante di questa storia fantasiosa e tragicomica è Margherita, che quando è allegra il nonno chiama Dolcevita e l’angelo è probabilmente la bambina di polvere, sua amica “immaginaria.”
Margherita ha quattordici anni, è grassoccia, riccioluta e ha un cuore che “ogni tanto perde un colpo”.
Da grande sogna di fare la scrittrice di poesie brutte. Vive in una casa isolata in mezzo all’erba della periferia. con la sua bislacca famiglia.
Pisolo il suo “cancatalogo”,“ mio nonno dice che ogni bellezza è complicata e che Pisolo è come una casa, o come il mondo intero”.
Il padre pensionato, metereopatico e aggiustatutto, perché anche le cose hanno un’anima.
La mamma, che “sembra una bustina da tè usata”, drogata della serie tv Eternal Love e fumatrice di sigarette immaginarie.
Ha due fratelli: il maggiore adolescente e brufoloso le cui letture preferite sono quelle di sport e di cataloghi di biancheria intima, l’altro un piccolo genio amante di videogiochi.
In soffitta vive il saggio nonno Socrate, che mangia piccole dosi di cibo avariato per prevenire un eventuale avvelenamento e che due sere alla settimana, balla il tango con il fantasma di una donna spagnola.
Le stramberie della sua famiglia la divertono e rassicurano, ma quest’eccentrica routine viene contaminata e si disgrega dopo che, come un fungo, spunterà un enorme cubo di vetro nero simile al deposito di dollari di zio paperone: la villa dei nuovi vicini, i signori Del Bene.
Il fascino oscuro del progresso tecnologico intorpidirà parte della famiglia, così Margherita si trasforma in detective….lo stile del racconto cambia fino ad arrivare agli ultimi due capitoli che sembrerebbero vagamente approssimativi. Resta una lettura piacevole, amara favola dei nostri tempi.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.